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La casa tra le montagne

Scrivimi una storia che racconta di una famiglia italo giapponese con padre di Foggia e madre di Osaka. La famiglia è composta da padre, madre e una figlia di 17 anni. Dopo aver vissuto a lungo in Italia decidono di trasferirsi in Giappone, precisamente nella regione dell'Hokkaidō. Si trasferiscono per assistere la nonna anziana della madre, rimasta sola a vivere in una casa tradizionale in un piccolo villaggio giapponese sperduto fra le montagne. La famiglia non riesce ad ambientarsi nella società giapponese in quanto le coppie miste sono mal viste dalla popolazione locale. Ad aggravare la situazione ci sono una serie di strani accadimenti nella casa dove vivono con la vecchia nonna. Si avvertono presenze continue. Lo yūrei di un antenato inizia a minacciare la coppia cercando di prendere di uccidere la loro figlia. Fortunatamente la nonna anziana era una monaca shintoista e con un rituale arcaico riesce a scacciare lo yūrei. Il racconto deve essere di 20 capitoli e ogni capitolo deve essere lungo almeno trenta righi. Nel racconto devi descrivere attentamente il villaggio giapponese, le sensazioni di disagio e paura provate dai personaggi e il rituale utilizzato per scacciare lo yūrei.


Foto di Jordy Meow da Pixabay



Capitolo 1: Un nuovo inizio


Yumi, la madre giapponese, e Marco, il padre italiano, stavano seduti accanto alla finestra del loro appartamento a Firenze. Guardavano fuori, immersi in una profonda conversazione.


"Non possiamo continuare a vivere qui," disse Yumi. "Mia madre ha bisogno di noi. Non possiamo lasciarla sola."


Marco annuì. "Lo so, hai ragione. Ma come faremo ad ambientarci in Giappone? Siamo una coppia mista, saremo malvisti."


"Non importa," rispose Yumi. "La famiglia viene prima di tutto. Dobbiamo fare questo."


Capitolo 2: L'arrivo in Giappone


Dopo molte ore di volo, la famiglia arrivò in Giappone e si diressero verso la casa tradizionale della nonna anziana di Yumi. Era un villaggio sperduto tra le montagne dell'Hokkaidō, dove la vita sembrava procedere lentamente e senza fretta.


Mentre si sistemavano nella casa della nonna, Marco e Yumi si accorsero che le persone del villaggio li guardavano in modo strano e sospettoso. Non erano abituati a vedere coppie miste nella loro comunità e questo creava una sorta di disagio.


Capitolo 3: I primi strani accadimenti


La famiglia si sistemò nella casa della nonna, ma iniziò ad avvertire strane presenze e a sentire rumori inquietanti provenire dalle pareti. Una sera, durante la cena, il tavolo cominciò a tremare violentemente e le candele si spensero tutte insieme.


I tre si guardarono atterriti, senza capire cosa stesse succedendo. Poi, con un forte boato, il tavolo si ruppe in due.


Capitolo 4: La visita dal monaco


La famiglia decise di chiedere aiuto a un monaco del villaggio, che era noto per la sua conoscenza degli spiriti e delle creature sovrannaturali.


Il monaco visitò la casa e, dopo averla esaminata attentamente, disse che era stata costruita in un luogo dove c'era un'energia negativa molto forte. La famiglia, inoltre, aveva attirato l'attenzione di uno yūrei, lo spirito di un antenato della famiglia di Yumi che era stato offeso dall'unione con un italiano.


Capitolo 5: La caccia allo yūrei


Il monaco decise di eseguire un rituale arcaico per scacciare lo yūrei. La famiglia dovette aiutare a preparare gli oggetti necessari per il rituale, ma non erano sicuri di cosa stesse accadendo.


Mentre il monaco eseguiva il rituale, la casa cominciò a tremare ancora di più, ma dopo qualche minuto, tutto si calmò. Lo yūrei era stato scacciato.


Capitolo 6: Un nuovo inizio


Dopo la scena del rituale di scacciamento, la famiglia era esausta, ma felice di essersi liberata del malefico spirito che li perseguitava. Ma non tutto finì lì.


Dopo la scomparsa dello yūrei, la nonna sembrava più rilassata e in pace. Spiegò alla famiglia che l'antico rituale richiedeva la recitazione di preghiere e l'utilizzo di oggetti sacri, compresi degli amuleti shintoisti per proteggersi dagli spiriti maligni. La famiglia iniziò a portare con sé questi amuleti ovunque andassero, per proteggersi da eventuali minacce future.


Ma anche se il malefico spirito era stato scacciato, la famiglia sentiva ancora una strana presenza nella casa, come se qualcosa o qualcuno li stesse osservando. La figlia, in particolare, era spaventata e non voleva dormire da sola nella sua stanza. La madre decise di dormire con lei per rassicurarla, ma anche lei sentiva una presenza inquietante.


Capitolo 7


La nonna si accorse che la famiglia era ancora spaventata e decise di far loro da guida in un pellegrinaggio a una vicina montagna sacra. La montagna era il luogo di molti antichi santuari shintoisti e la nonna disse alla famiglia che l'energia positiva del luogo avrebbe potuto proteggerli e rafforzare i loro amuleti.


La famiglia accettò con entusiasmo e si mise in marcia per la montagna, accompagnata dalla nonna. La salita era ripida e faticosa, ma una volta arrivati in cima, si trovarono di fronte ad un panorama mozzafiato. La vista era così bella che sembrava di essere in un altro mondo.


Capitolo 8


Durante il pellegrinaggio, la nonna raccontò alla famiglia la storia di una ragazza giovane e bellissima, di nome Oyuki, che era morta tragicamente in una valanga molti anni fa. Il suo spirito sarebbe ancora vagante tra le montagne, in cerca di vendetta contro gli uomini che avevano causato la sua morte.


La famiglia ascoltò il racconto con attenzione e si commosse per la sfortunata Oyuki. Ma la storia ebbe anche l'effetto di aumentare la loro paura per la presenza nella loro casa.


Capitolo 9


La notte successiva alla visita alla montagna, la famiglia sentì ancora una volta la presenza inquietante nella casa. Questa volta era ancora più forte e la figlia sentiva come se qualcuno le stesse toccando il viso. La madre, spaventata, decise di portare la figlia a dormire con lei.


Ma questa volta la nonna non era lì per proteggerli e la famiglia si sentiva completamente sola e vulnerabile. La presenza sembrava sempre più vicina e minacciosa.


Capitolo 10


All'improvviso, la madre sentì una mano sul suo viso. Era fredda come il ghiaccio e sembrava stringerla con forza. La figlia urlò


La nonna si alzò lentamente dal pavimento e raggiunse la sua scrivania, da cui estrasse un rotolo di carta e una penna.


"Questo è il rituale che useremo", disse la nonna alla famiglia, "È un antico rituale shintoista che è stato tramandato nella nostra famiglia per generazioni".



Capitolo 11


La notte seguente, la famiglia cercò di dormire come al solito, ma c'era ancora una sensazione di inquietudine nell'aria. La figlia di 17 anni continuava a ripensare all'esperienza dell'altro ieri sera e ai vari segni che la portavano a credere che la presenza fosse ancora lì.


Improvvise raffiche di vento si alzarono all'esterno, accompagnate dal suono di rami spezzati. La figlia, terrorizzata, cercò di svegliare i genitori, ma non riuscì a fare altro che emettere un leggero sibilo, in quanto il respiro le veniva mozzato dalla paura.


Capitolo 12


Il suono di passi pesanti si fece sentire fuori dalla camera da letto della figlia, come se qualcuno stesse camminando sulla neve con pesanti scarponi. La porta della stanza iniziò a cigolare lentamente, con un suono sinistro e inquietante. La figlia di 17 anni chiuse gli occhi, cercando di non fare rumore e sperando che tutto fosse solo frutto della sua immaginazione.


Capitolo 13


Dopo qualche minuto, il suono dei passi si allontanò e la porta si chiuse lentamente, come se il visitatore fosse andato via. La figlia sentì un'ondata di sollievo, ma anche un senso di frustrazione per non aver potuto svegliare i suoi genitori. Era come se fosse la sola a dover affrontare la situazione, mentre gli altri dormivano beatamente.


Capitolo 14


La mattina seguente, la figlia raccontò ai suoi genitori ciò che era accaduto durante la notte. I genitori erano scettici, pensavano che la figlia fosse solo vittima di allucinazioni dovute allo stress. Ma la figlia sapeva che quello che aveva sentito era reale.


Capitolo 15


La nonna, avendo compreso il pericolo che la famiglia stava affrontando, decise di aiutare ancora una volta. Insieme, si diressero nel tempio shintoista del villaggio, dove la nonna fece un'offerta di incenso e pregò gli dei shintoisti per chiedere protezione per la sua famiglia.


Capitolo 16


Dopo la preghiera, la nonna insegnò alla famiglia un'altra tecnica per scacciare lo yūrei: l'uso del sake. 

La nonna prese la mano della nipote e la strinse delicatamente, poi si rivolse alla figlia, chiedendole di andare a prendere un secchio d'acqua dalla fonte del villaggio. La madre annuì e si diresse verso l'esterno della casa.


La nonna si mise a preparare gli strumenti del rituale, posizionando un piatto di riso, un bicchiere di sakè e una piccola candela su un tavolino davanti alla finestra. Poi aprì un piccolo bauletto di legno e ne trasse un antico specchio di rame. La nonna si guardò negli occhi nello specchio per alcuni minuti, pronunciando delle parole in una lingua antica e incomprensibile.


Quando la madre tornò con il secchio d'acqua, la nonna aveva terminato la preparazione del rituale. La madre osservò il tavolino con curiosità, notando gli strani oggetti posti sopra. La nonna le fece cenno di non parlare, ma di avvicinarsi al tavolino insieme alla figlia.


La nonna prese il bicchiere di sakè e lo posò davanti alla candela, poi disse una preghiera in giapponese. Dopo la preghiera, la nonna sollevò il bicchiere di sakè e lo offerse alla nipote. La giovane osservò la nonna con stupore, ma poi prese il bicchiere con entrambe le mani e lo bevve in un sorso.


Improvvisamente, la stanza si riempì di una luce intensa e una figura fantasmagorica apparve davanti alle tre donne. Era lo yūrei dell'antenato della madre, ma questa volta la creatura sembrava molto meno minacciosa. La nonna prese un sacchetto di sale e iniziò a distribuirlo intorno alla figura dello yūrei, pronunciando delle parole di esorcismo.


Lo yūrei scomparve lentamente, lasciando dietro di sé una sensazione di pace e tranquillità. La nonna si rivolse alle due donne e disse loro che il rituale aveva avuto successo. La madre e la figlia si abbracciarono, sollevate dal peso del pericolo che avevano affrontato.


La mattina successiva, la famiglia si svegliò con un senso di sollievo. L'atmosfera in casa era cambiata, e il demone sembrava essere stato scacciato per sempre.

La nonna aveva dormito bene per la prima volta in settimane, e la famiglia si sentiva finalmente rilassata. Tuttavia, erano ancora preoccupati per il fatto che il demone potesse tornare.

Dopo la colazione, il monaco Shintoista tornò per fare un controllo sulla casa e sulla famiglia. Era evidente che lo yūrei non era più presente, ma il monaco volle fare un rituale per proteggere la casa e la famiglia da future intrusioni.

Il monaco radunò la famiglia intorno a un altare in una stanza della casa, e iniziò a cantare e a recitare antichi mantra. Mentre la sua voce si alzava, la famiglia si sentiva protetta e al sicuro.


Dopo il rituale, il monaco chiese alla famiglia di raccontare in dettaglio gli eventi degli ultimi giorni. Ascoltò attentamente, e quando la famiglia finì, il monaco disse: "La vostra nonna ha fatto un grande servizio alla vostra famiglia. Il suo sacrificio ha protetto la vostra casa e vi ha salvato dal demone. Siete molto fortunati ad avere una nonna così saggia".


Da quel giorno in poi, la famiglia visse con serenità nella casa della nonna, circondata dalla bellezza della natura giapponese e dalle tradizioni secolari del villaggio. La madre e la figlia si adattarono gradualmente alla vita in Giappone, imparando ad apprezzare la cultura e le abitudini locali.


La nonna insegnò alla nipote le antiche arti della cerimonia del tè e della calligrafia, mentre il padre continuò a lavorare come traduttore e scrittore. La famiglia era finalmente riuscita a trovare la pace e la felicità che avevano cercato per così tanto tempo.